giovedì 5 luglio 2012

Due chiacchiere con ... Elena Cabiati!


Cari Lettori,
oggi ho il piacere di scambiare due parole con Elena Cabiati che mi ha gentilmente rilasciato un'intervista!

Ciao Elena e benvenuta su Forgotten Pages, il mio blog dedicato alla lettura! 

Ho letto con piacere la Viaggiatrice di O, il tuo romanzo d’esordio. Come è nata l’idea di scriverlo?
All’inizio avevo avuto l’idea di una serie di libri di piccole dimensioni a carattere didattico sulla storia dell’arte, da proporre ai musei o alle case editrici scolastiche. Una giovane maga doveva andarsene in giro a conoscere artisti e scultori e a spiegare le opere d’arte ai lettori, insomma, una specie di Alberto Angela in chiave fantasy. Poi invece Gala ha deciso di portarmi molto più lontano… la fantasia e la voglia di raccontare hanno avuto il sopravvento e devo dire che sono molto contenta che sia andata così.

So che hai partecipato al Torneo Letterario Io scrittore, che ti ha permesso di arrivare alla pubblicazione. Raccontaci la tua esperienza, com’è stato partecipare e poi arrivare alla vittoria?

Il giorno in cui venivano nominati i vincitori al festival della letteratura di Mantova, io ero presente e non dimenticherò mai quando l’editor della Nord ha detto che si trovava lì per incontrare me, gli mancava solo la scarpetta di cristallo tra le mani! Partecipare al Torneo è stato divertente e istruttivo, più di qualsiasi corso di scrittura creativa uno possa frequentare. Si leggono molti romanzi inediti, se ne vedono i pregi e i difetti e si riconoscono i propri in quelli degli altri. Si deve fare lo sforzo di pensare come penserebbe una casa editrice, chiedendosi “ma io questo romanzo lo pubblicherei?” E naturalmente questa domanda poi ricade su se stessi e mette in crisi, ma positivamente, perché se si vive bene questa esperienza si riesce a correggersi, a capire e maturare. Poi arrivano i giudizi sulla propria opera: alcuni sollevano il morale, altri sono affilati come coltelli, e lì la crisi aumenta nuovamente… ma anche questo serve, e poi sono un’ottima preparazione in vista dei giudizi, altrettanto severi, dei lettori effettivi.
Consiglio a chiunque abbia un manoscritto nel cassetto di mettersi in gioco con il Torneo, di “combattere” penna a penna con gli altri scrittori e di uscire dal proprio guscio autoreferenziale, ne verranno lividi e ferite, ma anche molta, sana, esperienza. 

Che cosa hai provato quando hai visto il tuo lavoro, sugli scaffali delle librerie?
 Mi sono fatta una foto! Anzi più di una. Alla Mondadori di Torino, davanti alle vetrine esterne e dentro, di fronte agli scaffali.

Come è cambiata la tua vita dalla pubblicazione del romanzo?
Ho realizzato un sogno che avevo fin da piccola, per cui posso dire che sono molto soddisfatta, anche se ho capito che non si smette mai di lottare, raggiunto un traguardo ce n’è subito un altro più difficile e lontano. Ora il sogno è riuscire a continuare a scrivere, ad avere idee e, lo dico con sincerità, a essere capita e apprezzata da coloro per cui scrivo.
La mia vita è cambiata? In effetti sì, drasticamente, perché due mesi prima dell’uscita del romanzo ho avuto una bimba di nome Margherita.

La tua routine di scrittrice. Come ti organizzi le giornate? Hai un momento preferito del giorno in cui scrivere?

Ecco… un tempo ero una scrittrice ossessiva compulsiva, preferibilmente nottambula, scrivevo tutto il romanzo d’un fiato, diventando monomaniacale per qualche mese, poi passavo i mesi seguenti a leggere, rileggere e correggere fino a essere soddisfatta. Ora, invece, la bimba a cui accennavo prima si infuria ogni volta che distraggo lo sguardo da lei per osservare il monitor del mio pc, per cui non so ancora come organizzerò le mie giornate, o meglio, come me le organizzerà lei…

Progetti per il futuro? Leggeremo altro di Gala, Kundo e il mondo di O?
 Vorrei riuscire a concludere al meglio la storia di Gala, ci sono molti elementi che ho lasciato in sospeso e molti fili della trama che devo ancora intrecciare. Poi ho altre idee in mente, perché la mia immaginazione è molto più rapida della mia capacità di starle dietro con la scrittura e spero di avere la fortuna di poter dar vita anche a questi altri sogni…

Un consiglio a tutti gli aspiranti scrittori e scrittrici.
 Lavorare tanto: leggendo, scrivendo, rileggendo, ascoltando e osservando. E poi cercare di essere umili (lo so che è dura…) e di capire. Ma soprattutto essere sempre precisi e professionali, anche se costa fatica.

Grazie mille Elena di essere stata in mia compagnia oggi! Torna pure a trovarmi quando vuoi! E i miei auguri per il futuro!



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